Magna e bevi che eà vita xe un lampo
Mangia e bevi, perché la vita è un lampo
I veneziani sono un popolo di abili navigatori, di sapienti mercanti e... grandi pensatori. Ebbene sì, c'è una filosofia tutta veneziana che si esprime tramite la lingua, soprattutto quella del dialetto. Questa filosofia, molto spesso, è ispirata a ciò che gli abitanti della città lagunare amano di più, ovvero cibo e vino, grazie ai quali sono nati, nel corso dei secoli, tantissimi proverbi. Scopritene alcuni con noi!
Dimmi chi sei e ti dirò cosa mangi
Secondo i veneziani personalità e cibo vanno spesso a braccetto: c'è infatti una pietanza per ogni personalità, ogni atteggiamento, ogni sfaccettatura dell’animo umano. Vi è mai capitato di avere a che fare con una persona immatura o decisamente poco sveglia? Se foste a Venezia direste le che “ghe manca un bojo”, ovvero che deve bollire ancora, come la pasta che si sta cuocendo e che deve rimanere ammollo ancora qualche minuto.
Anche se di questi tempi a Venezia le calli sono semi deserte, i veneziani sono ormai abituati alla calca dei turisti e quindi sanno che, normalmente, devono camminare a passo molto svelto per destreggiarsi in città. Di conseguenza, non amano le persone troppo lente, definite dei veri e propri “mastega brodo”, cioè “masticatori di minestre”.
Al contrario, i veneziani che sono grandi lavoratori, apprezzano le persone concrete, quelle che sanno riconoscere che “co le ciacole no se impasta le fritole”, cioè che non bastano le chiacchiere ad impastare le frittelle e che serve mettere le mani in pasta per concludere qualcosa. Non si lasciano poi ingannare da chi sembra troppo accondiscendente, infatti secondo la saggezza popolare “chi spua sempre miel, ga sconto el fiel”, ovvero chi sputa sempre miele tiene nascosto il suo lato più oscuro, la sua bile.
I sapori della vita
Scopo principale dei proverbi, si sa, è quello di tramandare la saggezza popolare degli anziani ai più giovani regalando loro qualche lezione di vita e un bagaglio linguistico di tradizioni da conservare gelosamente.
E quindi sappiate che l’amore “no xe brodo de fasioi”, cioè non è una cosa ordinaria come un piatto di minestra di fagioli; state sempre in guardia, perché “le disgrazie xe sempre pronte, come le tole (le tavole) dele osterie”.
Schizzinosi? Difficili da accontentare? Ricordatevi che “queo che no sofega (soffoca), ingrassa” e che quando si tratta di mangiare è bene essere di bocca buona, anche per rispetto di chi vi ospita e cucina per voi.
Finché c’è vino c’è speranza
Mangiare e bere sono due dei grandi piaceri della vita e i veneziani li amano e li rispettano profondamente. Il vino è addirittura considerato più sano dell’acqua, che invece “marsise i pai”, cioè fa marcire i pali (lo sa bene Venezia, costruita su palafitte in mezzo all’acqua). Si dice, infatti, che “chi gà inventà el vin, se nol xe in Paradiso, el xe vissìn”, ovvero che chi ha inventato il tanto amato vino di sicuro è in paradiso.
Quando finalmente tornerete a Venezia, ricordate tutti questi modi di dire che vi aiuteranno ad osservare i veneziani da tutto un altro punto di vista. Noi saremo pronti ad accogliervi e a deliziarvi con un menù tradizionale che soddisferà stomaco e palato e vi farà dire...
gnanca uncuò no morimo de fame!
nemmeno oggi moriremo di fame!