Uno dei modi più affascinanti per conoscere i segreti di Venezia è scoprire la storia delle sue maschere più celebri. In attesa dell'inizio del Carnevale, seguiteci in un viaggio tra i travestimenti più tipici e amati della città lagunare.
L'avaro Pantalone
Tra le maschere veneziane più famose c'è Pantalone, una delle più antiche della Commedia dell'Arte. Nato intorno alla metà del XVI secolo, è un vecchio mercante conosciuto soprattutto per la sua avarizia e lussuria. È vestito con gli abiti tipici dei commercianti della Serenissima dell'epoca: indossa, infatti, una lunga veste nera (chiamata "zimarra") sopra una calzamaglia rossa.
Il nome di Pantalone veniva, inoltre, imposto ai figli maschi delle famiglie agiate della Serenissima: un segno che le storie delle maschere e della città sono indissolubilmente legate.
Colombina la furbetta
Protagonista femminile della tradizione carnevalesca veneziana, Colombina è la serva di Rosaura ed è tanto vivace quanto scaltra e graziosa. Nonostante il suo fascino le procuri molti corteggiatori (incluso Pantalone) lei rimane fedele al suo amato Arlecchino. Il suo travestimento è caratterizzato da gonna a balze, corpetto e grembiule. In testa Colombina indossa invece la crestina, elemento tipico del vestiario delle cameriere.
Commedia dell'Arte e non solo
C'è poi la Bauta che, a differenza di Colombina e Pantalone, non è una maschera legata alla Commedia dell'Arte. Nasce a Venezia tra il 1400 e il 1500 ed è uno tra i travestimenti più tipici del Carnevale in laguna. Per ricrearne l'abbigliamento è sufficiente indossare un mantello, un tricorno (il classico capello a tre punte) e dalla maschera con il labbro superiore allungato in modo da deformare la voce di chi la indossa, consentendogli di rimanere anonimo.
Medici, gatti e contadini
D'obbligo nominare anche la maschera del medico della peste, diversa da tutte le altre poiché nata per esorcizzare la paura delle epidemie che più di una volta hanno colpito duramente la Serenissima. Il travestimento consiste in una tunica di lino o tela cerata nera, una bacchetta e un cappello, occhiali con lenti in vetro e una maschera dotata di un becco nel quale, originariamente, i veri medici della peste inserivano essenze profumate e disinfettanti.
Concludiamo in bellezza (e allegria) con due maschere decisamente più divertenti: la gnaga e Zanni.
La prima è una maschera da gatto, indossata dagli uomini per impersonare figure femminili, la seconda rappresenta invece una satira del contadino che si trasferisce in città, vestito con camiciotto e brache bianche, un borsellino, mazza e un berretto.
Ora che conosci tutte le maschere più famose della città lagunare vieni a riconoscerle tra campi e calli: ti aspettiamo al Carnevale di Venezia e da Hostaria Osottoosopra, per un pranzo o una cena dal sapore tradizionale e autentico.