Camminare a Venezia è un’esperienza che ti toglie il fiato. Certo, sì, in parte perché ci vogliono due buoni polmoni per fare tutti quei ponti pieni di scalini. Volendo essere più romantici, però, possiamo dire che Venezia ti toglie il fiato perché è bella, misteriosa, intrigante, oltre che intricata. Gran parte dell’effetto scenografico della città lagunare è dato proprio dai canali che la attraversano; camminare a Venezia è infatti un po’ come camminare in un grande labirinto di specchi. Sarà forse per questo che da sempre la Serenissima (o meglio, una delle sue isole) è conosciuta in tutto il mondo come grande produttrice di vetro.
Come nasce la produzione di vetro veneziana?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare a prima dell’anno mille: i Veneti già popolano la laguna dopo essere stati a stretto contatto con i romani, a loro volta in contatto con gli egizi dai quali hanno appreso l’arte della lavorazione del vetro. È in questo periodo che lavorano i fioleri, produttori di vetri cavi soffiati, i primi creatori di bottiglie (le fiole, appunto) che imbandiscono le tavole di tutti i nobili. È solo in seguito però (più precisamente nel 1453, dopo la caduta di Bisanzio, anch’essa grande produttrice di vetro) che a Venezia si inizia a parlare di una vera e propria arte del vetro.
Perché a Murano?
A quel punto nella città lagunare si emette lo statuto della Mariegola, che regolamenta diritti e doveri della gestione delle arti in città. La città è piena di fornaci ed accade spesso che qualcuna di queste prenda fuoco, provocando svariati incendi in città.
Per far fronte a questo problema si sceglie quindi di spostare la produzione di vetro ad Amurianum, prestigiosa isola che gode di una sorta di indipendenza e privilegio da parte della Signoria e che, da quel momento, diventa una vera e propria area industriale.
A Murano la produzione fiorisce, grazie anche ad Angelo Barovier, scienziato e artista che riesce ad ottenere un nuovo tipo di vetro, il cristallino (o cristallo veneziano). Nel 1600 la peste ferma la produzione, che gode di una vera e propria rinascita solo nel 1861, anno in cui apre a Murano il Museo dell’Arte Vetraria e i veneziani (e non solo) riscoprono il passato e riprendono a produrre opere in vetro.
Le murrine
Tra le opere di vetro più conosciute ci sono le Murrine, piccole miniature realizzate tagliando un cilindro composto di strati di pasta vetrosa di vari colori.
Aggregate a caldo, le murrine possono dare origine a gioielli (ciondoli, bracciali, orecchini) ma anche a piatti o altri complementi d’arredo.
Purtroppo sono pochissime, al giorno d’oggi, le fornaci che ne creano di autentiche: occhio quindi alle trappole per turisti!
Fate quindi attenzione e scegliete solo il meglio, anche (e soprattutto) quando si tratta di mangiare. Da Hostaria Osottoosopra tutto è buono e autentico, dall’antipasto al dolce: vi aspettiamo per un pranzo… unico, proprio come Venezia.